Wikipedia in italiano definisce la Programma 101, almeno sino a questa revisione, come “calcolatrice”, ma con template “Da controllare” che fa notare che la quasi totalità delle fonti citate siano discordi dalla definizione utilizzata, mentre Wikipedia in inglese parla di “programmable calculator” ma anche di “stored-program computer”.

Che succede? La Programma 101 è un computer o solo una calcolatrice. Vediamolo insieme…

La Programma 101 è un computer

La Programma 101 è un computer o, ancora meglio, un calcolatore. Non esiste una definizione universalmente accettata di calcolatore, ma ne esistono alcune comunemente utilizzate e la Programma 101 ricade in esse, essendo una macchina capace di operare automaticamente, sulla base di un programma e capace di prendere decisioni sulla base dei dati che ha al suo interno.

Può essere utile notare che, in italiano, esisteva una distinzione tra calcolatore ed elaboratore, ossia un calcolatore in grado di elaborare grandi quantità di dati in automatico. All’epoca gli elaboratori erano quelli che oggi definiamo mainframe o minicomputer, mentre la P101 non era progettata per queste grandi elaborazioni, accontentandosi del titolo di calcolatore.

A sostenere la natura di computer della Programma 101 vi fu già, nel 1971, il testo Computer Structures: Readings and Examples, di Bell e Newell, che descriveva l’architettura della P101 come esempio di macchina da tavolo dichiarando che “è significativo per il lettore che la Programma 101 sia un computer a programma memorizzato ben progettato”.

La Programma 101 può essere una calcolatrice

Ad ogni buon conto ogni computer è una calcolatrice, dato che calcolatore è una sottoclasse di “macchina calcolatrice” e sappiamo bene che i primi calcolatori (come quelli di Zuse o di Harvard) altro non erano che calcolatrici automatizzate. Utilizzando una definizione più ristretta di calcolatrice, già esistente negli anni ‘60 quando venne rilasciata la Programma 101, è ben chiaro che c'è una comunanza non indifferente tra la P101 e le calcolatrici, ossia il metodo di input, una tastiera numerica, e il “set di istruzioni”: i computer dell’epoca erano in maggioranza calcolatori “logici”, con operazioni a livello binario: ad esempio il coevo PDP-8 aveva otto possibili operazioni: AND binario, somma con complemento a due, un salto condizionato (meno avanzato di quello della P101), spostamento dell’accumulatore in una locazione di memoria, salto incondizionato e a subroutine, input/output e operazioni in microcode, mentre la P101 aveva un set principalmente aritmetico e non ammetteva alcuna operazione bitwise logica.

A onor del vero c'è da dire che, a differenza di alcune macchine coeve vendute come calcolatrici, come l’HP 9100A/B, non era possibile utilizzare direttamente la P101 come calcolatrice senza conoscerne la sintassi interna. Ma spesso la scelta di vendere i prodotti come calcolatrici o computer era dettata da ragioni di marketing, chi vendeva come calcolatrice spesso lo faceva puntando sull’idea di prodotto da ufficio amichevole rispetto al grande computer, all’inverso chi vendeva come computer voleva puntare sull’idea di una macchina potente in grado di sostituire l’uso dei mainframe o dei minicomputer.

Il caso per chiamarla calcolatore (almeno in italiano)

In ogni caso, se la definizione di calcolatore è intrinseca nell’architettura della Programma 101, la definizione di calcolatice dipende molto dalla scelta che si fa nel definire il termine calcolatrice ed è a forte rischio di creare incomprensioni, non veicolando all’ascoltatore le potenzialità e le capacità di decisione della P101, portandola ad associarla ad un periodo storico successivo e a macchine senza capacità di programmazione degne di un computer.

A mio parere, nell’uso generale in lingua italiana, è meglio definire la Programma 101 “calcolatore”, limitando l’uso del termine “calcolatrice” ad alcuni casi specifici, quali possono essere musei delle calcolatrici o per definirla negli usi in cui è stata effettivamente più un supporto all’operazione di un altro calcolatore, similmente a quanto noi facciamo oggi coi vari computer che esistono nella nostra vita: il “principale” lo chiamiamo computer, gli altri li chiamiamo in altri modi.

Diverso è nell’inglese, dove sia “desktop computer” che “programmable calculator” sono alternative accettate, alle volte unite in un molto interessante “computer-calculator”. Come fanno notare alcune fonti pro termine “programmable calculator”, come questa, la differenza tra “computer computer” e “programmable calculator” era quasi inesistente, non è quindi una questione di fede quanto di contesto e di preferenza personale.

Anche in inglese, personalmente, preferisco “computer”, ritenendolo più chiaro e storicamente stabile, ma è ovviamente una scelta personale. È bene ricordare, però, che lo status di calcolatrice non è incompatibile con quello di calcolatore, se si sostiene la l’uso del termine calcolatrice. Tant'è che i termini si possono mescolare allegramente, come fa il già citato Bell-Newell, che nella sua descrizione della P101 usa un po l’uno un po’ l’altro, nei momenti in cui lo trova più opportuno, con una visione vicina a quella di “calcolatrice” come visione utente e “calcolatore” come visione architetturale, dato che ci tiene a specificare che non tutte le calcolatrici elettroniche siano calcolatori.