Le bandiere sono simboli che rappresentano Paesi o Nazioni, le lingue rappresentano un metodo di comunicazione condiviso tra persone (Flags Are Not Languages)

Da più di qualche tempo mi occupo di localizzazione di software e siti web e penso che uno degli errori diffusi commessi da molte persone senza neanche accorgersene sia quello di rappresentare le lingue con le bandiere.

D’altronde sembra un’idea ragionevole, se non che permetterebbe:

🇮🇹 Deutsch 🇨🇭 Italiano 🇮🇳 English 🇫🇮 Svenska 🇮🇹 Català 🇵🇦 Español

Sembra ridicolo, eppure sia il tedesco che il catalano sono riconosciuti dallo Stato italiano, l’India è il paese più anglofono del mondo, l’italiano è lingua ufficiale e nazionale della Svizzera così come sono ufficiali lo svedese in Finlandia e lo spagnolo a Panama.

Lingua e stato non sono in corrispondenza biunivoca

Certo, uno può dire, ci sono ovviamente delle scelte più tradizionali e iconiche: ovviamente una persona razionale utilizzerebbe la bandiera tedesca per il tedesco, quella svedese per lo svedese, quella italiana per l’italiano e quella spagnola per lo spagnolo.

Eppure rimane il potenziale per problemi: lo Stato con più abitanti ad avere il francese come lingua ufficiale non è la Francia, ma la Repubblica Democratica del Congo. Ma la lingua, si può dire, ha origini in Francia, dunque resti la bandiera rossa, bianca e blu.

Lo spagnolo ci crea problemi, invece: è una lingua che ha molte varianti e ciò rende spesso necessario offrire un’opzione europea e una latinoamericana: se per la prima la bandiera della Spagna funziona bene per la seconda… buona fortuna! Argentina, Cile, Messico, tutti buoni candidati per mettere la loro bandiera a rappresentare tale idioma, chi si sceglie?

Nel caso del portoghese, con il Brasile che ha molti più abitanti del Portogallo, non è raro vedere anche per opzioni portoghesi unificate la bandiera dello Stato sudamericano! In sostanza, anche parlando delle dieci lingue più parlate al mondo possiamo avere varie ambiguità: l’inglese viene spesso presentato con la bandiera del Regno Unito, con quella dell’Inghilterra o con quello degli Stati Uniti o, alle volte, con uno strano mix; cinese mandarino e hindi possono essere rappresentate senza troppe polemiche con le bandiere di Cina e India; spagnolo, portoghese e francese abbiamo già visto; per l’arabo (quando non si utilizza un “dialetto” arabo specifico) c'è chi usa la bandiera dell’Arabia Saudita, chi dell’Egitto, chi del Marocco e chi della Lega Araba; per il bengalese si può usare la bandiera del Bangladesh ma è anche la seconda lingua dell’India; il russo viene rappresentato dal tricolore russo (cosa che può creare problemi, come vedremo dopo), il Giapponese dalla bandiera nipponica e, a seconda delle fonti, la decima è il cinese Yue o l’indonesiano, la prima rappresentabile dalla bandiera cinese (causando ambiguità) e la seconda dalla bandiera indonesiana.

Ma Internet è un posto ben più inclusivo, dove ci si può trovare a supportare lingue decisamente più piccole rispetto a queste dieci. Vedremo, nel testo, alcune situazioni problematiche che ciò può causare.

Anche questione di identità

Scegliere bandiere, ossia identificare una lingua con uno Stato, può creare non pochi problemi e offendere qualcuno, una cosa che accade facilmente su Internet, dove il proprio prodotto può essere visto da persone di culture con sensibilità completamente diverse. Pensate al già citato russo: un buon numero di ucraini etnici sono russofoni (un nome a caso: Volodymyr Zelenskyy), come pensate che possano sentirsi a leggere un’indicazione nella propria lingua madre affiancata dalla bandiera del Paese che da quasi un anno li bombarda?

Senza giungere a casi estremi come questi, in molti casi il parlare una lingua non implica l’aderire ad una comunità nazionale: capita che in Irlanda si utilizzi la bandiera irlandese sia per l’inglese che per il gaelico, rendendo inutile la distinzione. Oppure, che bandiera dovrebbe utilizzare un sito istituzionale italiano per il tedesco? Quella della Germania? Dell’Austria? Della Provincia Autonoma di Bolzano (che, però, può andare bene anche per il ladino)?

In sintesi, utilizzare le bandiere in un contesto slegato da una nazione (ad esempio: un sito istituzionale italiano che ha una scelta Italiano/Inglese difficilmente offenderà qualcuno se sceglie di rappresentare la lingua di Dante con la bandiera italiana) rischia di essere offensivo e confusionario: pensate ai vari e-commerce che rappresentano lo spagnolo con la bandiera del Messico ma… non spediscono in Messico!

Non tutti hanno una bandiera o non è chiaro quale scegliere.

Prima di tutto la gran parte delle librerie che si occupano di bandiere hanno quelle di Stati sovrani e, al massimo, di alcune entità sovranazionali e sottonazionali (come le Nazioni Costituitve del Regno Unito o qualche regione autonoma speciale). Se ciò non è un problema per la maggior parte delle lingue maggiori può creare già  paradossi con una lingua ufficiale di uno Stato: il catalano, infatti, è lingua ufficiale ad Andorra, ma è parlato da molte più persone in Catalogna e nella Comunità Valenzana (dove usare la bandiera della Generalitat de Catalunya per rappresentare il loro idioma è un buon modo per finire uccisi), oltre che nelle isole Baleari. Rappresentarlo con la bandiera di Andorra potrebbe confondere l’utenza. D’altronde, se ci sono circa 6000 lingue vive nel mondo, esistono poco più di 200 Stati, tra riconosciuti o meno, la confusione è dunque… ovvia.

Immaginandosi anche una libreria che abbia un buon numero di bandiere regionali e locali resta una questione non indifferente: non tutte le lingue sono rappresentabili da una comunità avente una bandiera. Pensiamo all’emiliano: l’Emilia non ha una nemmeno una bandiera tradizionale, esistono delle proposte ma vengono tutte da ambienti politici. Alcuni utilizzano una semplice croce di San Giorgio per rappresentare Bologna, croce che però viene spesso utilizzata anche per la lingua appena sopra all’emiliano: il lombardo, poiché ritenuta più rappresentativa a livello storico rispetto alla Rosa Camuna, dato che il lombardo si parla anche al di fuori della Regione Lombardia.

Un altro esempio è il romancio: lingua nazionale della Svizzera può essere rappresentata dalla bandiera della Confederazione, ma è una scelta ovviamente non univoca. Alcuni usano la bandiera del Canton Grigioni, magari più chiara, ma non priva di problemi (ad esempio il Grigioni è l’unico cantone ufficialmente trilingue della Confederazione).

Inoltre, molte popolazioni indigene di Africa e Sudamerica non hanno un vero e proprio concetto di nazionalità, dunque è molto difficile identificare la loro lingua con una bandiera.

Oppure troppi hanno una bandiera!

Tornando all’esempio padano, ad usare la croce di San Giorgio sono anche i liguri, dato che è la bandiera di Genova e il ligure è generalmente associato fortemente col dialetto cittadino. Per chi non lo sapesse, queste tre lingue… confinano! Sempre in Italia, oggi vi è la tendenza a separare la lingua sarda in due (campidanese e logudorese), eppure non esistono bandiere per queste entità: si userebbe quella della Sargegna.

Tale problema si nota particolarmente in Italia perché è uno dei Paesi europei più ricchi dal punto di vista linguistico, ma vi sono esempi più impellenti, complice anche il riconoscimento sociale di tale diversità: in vari casi le lingue dell’India vengono rappresentate tutte dalla bandiera indiana, il che è confusionario per un miliardo di persone. Idem per la Spagna. Per non parlare dei Paesi del Sudamerica, dove varie lingue indigene sono riconosciute ufficialmente ma spesso rappresentate, nell’uso grafico, dalla bandiera dello Stato.

Sempre a tema lingue iberiche: lo spagnolo americano, già visto, potrebbe essere considerato una variante di questo caso, dato che può essere rappresentato adeguatamente con numerose bandiere.

Un esempio pratico: Google Translate

Diamo un’occhiata alle lingue supportate dal noto traduttore di Google per vedere quali possono avere problemi con la rappresentazione tramite bandiera:

  • Arabo: come già detto per l’arabo vengono utilizzate più bandiere
  • Aymara: lingua ufficiale in Bolivia e Perù e minoranza riconosciuta in Cile (potrebbe essere indicata con la Wiphala)
  • Bhojpuri: lingua indiana parlata in vari Stati dell’Unione
  • Catalano: come già visto sopra
  • Ci: lingua africana parlata su cinque Stati dall’etnia Fon
  • Cinese (tradizionale): il semplificato viene usualmente rappresentato con la bandiera della Repubblica Popolare Cinese, per quello tradizionale vi sono varie opzioni capace di offendere qualcuno (Singapore, Hong Kong, Macao, Taiwan…)
  • Lingue curde: entrambe rappresentabili con la stessa bandiera curda, che però è un simbolo controverso in vari Stati
  • Dogri: parlato tra India e Pakistan e, soprattutto, nella regione contesa del Kashmir
  • Ewe: parlato tra Ghana e Togo
  • Guaranì: ufficiale in Bolivia, Paraguay e alcune autonomie di Argentina e Brasile
  • Hausa: parlato soprattutto tra Nigeria e Niger
  • Hmong: lingua parlata nel Sud della Cina e in vari Stati vicini
  • Ilocano: terza lingua delle Filippine
  • Konkani: lingua dell’India parlata in vari territori
  • Latino: rappresentato spesso dalla bandiera del Vaticano o dalla bandiera rossa con corona d’alloro e “SPQR”
  • Maithili: parlato sia in India che in Nepal
  • Mizo: parlato nello stato indiano del Mizoram, lo stato non ha una bandiera
  • Punjabi: parlato sia in India che in Pakistan
  • Sanscrito: lingua classica, con alcuni parlanti, non ha una reale bandiera, potrebbe aver senso usare la bandiera indiana, ma ha avuto una certa influenza su tutto il Subcontinente
  • Sepedi: una delle lingue ufficiali del Sudafrica
  • Sesotho: lingua ufficiale in Sudafrica, Zimbabwe e Lesotho
  • Sindhi: parlato sia in Pakistan che in India
  • Swahili: parlato in vari Stati dell’Africa
  • Tamil: lingua dell’India e dello Sri Lanka, esistono varie bandiere - alcune controverse - per identificarla
  • Tsonga: lingua ufficiale in Sudafrica e Zimbabwe
  • Uiguro: lingua ufficiale dello Xinjiang, non esiste una bandiera per rappresentarla se non quella dell’ex stato del Turkestan orientale, ovviamente vietata in Cina
  • Xhosa: lingua ufficiale del Sudafrica
  • Yiddish: lingua germanica parlata dagli ebrei europei, esiste una bandiera proposta ispirata a quella israeliana, che sostituisce alla Stella di Davide una Menorah, oppure vi è la komets alef flag, con dentro la lettera omonima
  • Zulu: lingua ufficiale del Sudafrica

Cosa notiamo?

In alcuni casi si tratta di semplice impossibilità di identificare una bandiera utile, in altri casi utilizzare una bandiera vorrebbe dire o avere duplicati o dover scegliere un Paese/Regione al posto di un altro. Ancora peggio, in alcuni casi vorrebbe dire scontentare qualcuno e creare polemiche, soprattutto con Stati con molti abitanti e non nuovi alla censura di Internet (Cina, India, Pakistan…)

Considerando come Google adatta le proprie mappe per i vari Paesi, dato che vuole evitare ogni possibile controversia, è ben comprensibile il fatto che eviti di utilizzare le bandiere, preferendo un altro sistema, ossia il nome della lingua nell’idioma dell’interfaccia dell’utente.

La cosa più importante, comunque, è che non si tratta di un problema limitato a poche lingue minoritarie che è raro che compaiano su Internet, anzi, è una questione che riguarda un numero non indifferente di idiomi e, dunque, di persone!

Cosa utilizzare, dunque?

Design grafico

Da un punto di vista del design grafico è assolutamente possibile non utilizzare le bandiere! Nel blog Flags are not languages, linkato sotto, vengono proposte varie modalità per non utilizzarle. Vengono proposte anche alcune migliori pratiche, come:

  • Utilizzare il nome nativo della lingua (ad esempio: Italiano, English, Català, Piemontèis e русский язык) o, al massimo, il suo codice ISO (ITA, ENG, CAT, PMS, RUS)
  • Provare a rilevare in automatico la lingua dell’utente dalle impostazioni del browser, pur dando un’opzione di cambio lingua manuale
  • Tale opzione dev’essere chiara: è consigliato usare icone riconosciute (come il globo, l’icona della traduzione con i differenti alfabeti, la vignetta del parlato) e mettere tale opzione in vista, magari nel menù o nella barra di navigazione. Ulteriori link, magari in forma testuale o tramite menù apribile, possono essere messe nel footer

In sostanza, un menù in una posizione chiara e che presenta la scelta della lingua in formato testuale funziona esattamente come un menù con le bandiere.

Esenzione: casi geografici specifici

Tuttavia, le bandiere sono accettabili nei casi di collegamento alla geografia: pensate ad un’agenzia di trasporti che opera in più paesi: in tal caso possono esistere più opzioni di lingua italiana (ad esempio per Svizzera, Italia e San Marino), francese (Belgio, Svizzera e Francia) o inglese (Irlanda, Malta, Regno Unito), quindi la bandiera fornisce una rapida identificazione dello stato, oltre che della lingua.

Tecnica

Tecnicamente, per definire le lingue esistono vari standard: il più importante è quello ISO 639, che assegna un codice di due o tre lettere ad ogni lingua riconosciuta dalla linguistica, grazie all’estensione ISO 639-3 del 2007. Giusto per capirci questo standard offre, per l’Italia, 33 codici: dall’italiano al tedesco passando per romagnolo, giudeo-italiano, bavarese e cimbro.

Solitamente, nella localizzazione dei programmi, vengono usati i locales, che di base sono costituiti dall’abbinamento di un codice linguistico ISO e un codice nazionale, possono avere poi alcune specificazioni e modificatori, che chiariscono ad esempio standard grafico o valutario.

Ad esempio:

  • it_IT: indica l’italiano parlato in Italia
  • ca_IT: indica il catalano parlato in Italia
  • ca_ES: indica il catalano parlato in Spagna
  • lmo_CH: indica il lombardo parlato in Svizzera
  • fr_CH: indica il francese parlato in Svizzera
  • pt_BR: indica il portoghese parlato in Brasile
  • en_US: indica l’inglese parlato negli Stati Uniti

Come noterete non offre granulare precisione, limitandosi generalmente allo Stato, dove possono comunque esistere varietà differenti (e ci sono aziende che pagano linguisti computazionali per utilizzare la stessa varietà della lingua in tutto il prodotto, ad esempio), ma normalmente è sufficiente, dato che permette di definire input o parole tipiche delle varietà standard del luogo.

Collegamenti esterni